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EL CERVELLO SIEDE A TAVOLA

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Studi recenti dimostrano che a il cibo influisce anche sulla mente. E quindi su salute psichi ca e umore.

Mangiare bene fa bene alla salute. Senz'altro del corpo, molto probabilmente anche della mente. Una serie di studi recenti sta via via dimostrando come il cibo influisca in maniera evidente sul nostro umore, sul carattere e forse addirittura sulla genesi di alcune malattie mentali.

«Non c'è motivo per cui il cervello sia meno sensibile del cuore a eventuali carenze nutrizionali», spiega Michael Crawford, direttore dell'Institute of Brain Chemistry and Human Nutrition dell'Imperial College di Londra. Resistere allo stress e alla depressione o ritrovarsi aggressivi e smemorati potrebbe dipendere anche da quello che mettiamo nel piatto. La ragione? Grassi e alcune vitamine sono fondamentali sia nello sviluppo, sia nella "manutenzione" del nostro cervello. Se mancano, sono guai. E i ricercatori, per dimostrarlo, hanno scelto il metodo più pratico: confrontare tra loro gruppi di popolazione con stili alimentari diversi. Protagonisti di questi studi, per cominciare, sono stati gli omega -3, acidi grassi già molto apprezzati per il loro effetto benefico sul cuore. "Quali influenze esercitano sul cervello?", si sono chiesti gli scienziati.

INTELLIGENZA. 

La prima correlazione che hanno identificato è fra l'alimentazione della madre e la salute mentale del figlio. Già nel 2007 Joseph Hibbeln dei National Institutes of Health americani pubblicò sulla rivista scientifica Lancet uno studio su 14 mila gravidanze, dimostrando che l'intelligenza verbale e il comportamento dei bimbi a 8 anni di età erano direttamente correlati alla quantità di pesce e molluschi che la madre aveva mangiato durante l'attesa.

E se il pesce fa bene alla mente dei figli, il junk food fa malissimo. Un altro studio norvegese, su 23 mila donne e bimbi, ha provato che un alto consumo di hamburger e cibo spazzatura durante la gravidanza e nei primi cinque anni di vita si associa ad aggressività, iperattività, capricci irrefrenabili. I bimbi norvegesi nati da madri con diete poco salubri avevano problemi anche nella gestione delle emozioni, soprattutto tristezza e ansia.

DA GRANDI. 

E negli adulti? Davvero la dieta può influenzare l'umore? La risposta è sì. La resistenza allo stress, chiamata anche resilienza, cioè la capacità di recupero nelle situazioni difficili, importante contro depressione e ansia, è influenzata dal cibo durante tutta la vita. Lo conferma Ytaka Matsuoka, epidemiologo psichiatra del National Cancer Center di Tokyo, che in uno studio su 527 lavoratori giapponesi ha scoperto che il consumo di prodotti della pesca era correlato alla resistenza alla depressione.

I grassi buoni potrebbero inoltre influire sull'aggressività. Come dimostra per esempio uno studio sulla popolazione carceraria del 2002. Bernard Gesh, nutrizionista e criminologo di Oxford, pubblicò i risultati della sua ricerca condotta su 231 giovani maschi fra 16 e 21 anni detenuti nel carcere di Aylesbury (UK) che avevano accettato di assumere dosi quotidiane di omega-3, vitamine e minerali oppure un placebo_ La terapia, durata 142 giorni, e controllata con test psicologici e raccolta di dati, ha dimostrato una riduzione del 39% delle azioni violente.

Altri studi britannici e olandesi l'hanno confermato. Perché gli omega-3 sono tanto importanti per la salute mentale? Perché il cervello umano è fatto al 60% di grassi. E non di grassi qualsiasi. Quarant'anni fa Michael Crawford, insieme all'australiano Andrew Sinclair, pubblicò la prima descrizione della dipendenza del cervello umano da due sostanze, l'acido arachidonico (Aha) e l'acido docosaesaenoico (Dha). Il primo prende il nome dall'olio di arachidi, che lo contiene, ed è un omega-6 che il nostro corpo può derivare anche dall'olio di semi di girasole (e in generale gli omega-6 sono contenuti nelle noci, nell'alga spiriluna e negli oli vegetali come lino e canapa). Quanto al Dha, è un omega-3 presente in cibi di origine marina, noci e olio di lino.

PESCE & CO. 

Per chi si chiede perche il grasso dei pesci faccia bene al' cervello umano, la risposta è semplice il cervello nasce dal mare. «Tutta la catena evolutiva, dagli organismi a una sola cellula capaci di percepire la luce, come i dinoflagellati, fino ai cefalopodi, ai pesci, agli anfibi, ai rettili, ai mammiferi e allo stesso Homo sapiens, usa gli omega-3 per la costruzione e il funzionamento delle cellule nervose», dice ancora Crawford.

Il Dha, che l'organismo umano non riesce a sintetizzare, è necessario infatti a far funzionare bene le sinapsi attraverso le quali le cellule nervose comunicano una con l'altra. Ma se nella dieta il Dha manca, le cellule fanno di necessità virtù e lo sostituiscono con un altro grasso. Secondo Crawford sarebbe avvenuto proprio questo nell'ultimo secolo: gli omega-3 sono stati sostituiti con gli omega-6 presenti negli oli di soia, di mais, di colza, che sono più rigidi e quindi costruiscono membrane cellulari meno adatte al loro compito. Questo mutamento avrebbe cambiato la chimica cerebrale e spiegherebbe l'aumento di depressione, psicosi maniaco-depressive, perdita di memoria, schizofrenia e deficit di attenzione.

Vien da pensare che avevano ragione, anche se non sapevano perché, i genitori di qualche decennio fa che davano ai figli robuste dosi di olio di fegato di merluzzo, magari "perché il fosforo del pesce fa bene al cervello". Se sgombri e salmone sollevano l'umore, non da meno sono leverdure a foglia verde. Contengono folati, cioè vitamine del gruppo B indispensabili, proprio come gli omega-3, fin da prima della nascita.

Se mancano in gravidanza, aumenta il rischio di malformazioni del cervello. I fola ti potrebbero avere effetto preventivo anche sull'autismo. Secondo uno studio norvegese, condotto su 85 mila mamme, l'acido folico nei primi due mesi di gravidanza dimezza il rischio. I risultati sono controversi, ma è certo che queste vitamine sono necessarie tutta la vita: regolano alcuni geni, tra cui quelli collegati allo sviluppo e all'attività cerebrale.

FELICI. 

Non tutti, nemmeno gli specialisti, conoscono l'importanza della dieta per la mente e l'umore. «Purtroppo la maggior parte degli psichiatri non chiede ancora ai pazienti che cosa mettono nel piatto», lamenta Drew Ramsey, psichiatra alla Columbia University di New York. Chi comincia però a interessarsi alla materia, come alcuni neuroscienziati, ha già ideato una prima bozza di "dieta per il cervello". Ma una cosa è certa. Se nel piatto mettete pesce fresco, nocciole, carciofi, broccoli, asparagi, spinaci, lattuga e non vi fate mancare fagioli, ceci, arance e fragole sarete felici a tavola, e anche dopo.

Di Amelia Beltramini, estratti "Focus", Italia, gennaio 2017, numero 291, pp.75-80.  Adattato e illustrato per essere pubblicato da Leopoldo Costa.

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